23 giugno 2011

RETRO RECENSIONE: Kula World











Nel lontano 1998 un team svedese di sviluppatori chiamato Game Design Sweden AE fece il suo esordio nel mondo videoludico con l' intento di rinnovare il genere dei PuzzleGame ormai da troppo tempo senza linfa e troppo "datato" per la potente consolle Sony dell'epoca. 
La novità della produzione derivava dalla nuova e lodevole grafica 3D accompaganta da una fisica davvero ottima.
Probabilmente, però, la pubblicazione nello stesso anno (il 1998 fù davvero un'annata d'oro per Playstation) di titoli come Resident Evil 2, Spyro The Dragon, Medievil e Tekken 3 rese lo stile minimalista di Kula World troppo datato ed obsoleto per i nuovi standard videoludici (e per gli occhi dei videogiocatori strabiliati dalle nueve capacità raggiunte dalle consolle casalinghe del tempo).
Il risultato fù la pubblicazione di un ottimo titolo che, purtroppo, passò quasi inossevato non riuscendo neppure a raggiungere la quota minima di vendite per ottenere la ristampa in versione Platinum (stessa identica cosa accade a Tombi sempre nel 1998 .... che casualità).
Proprio per questi motivi quando Kula World venne riscoperto dagli addetti ai lavori e dai videogiocatori era ormai diventato un titolo di culto e abbastanza raro da reperire dati i pochi pezzi venduti, con un conseguente prezzo di vendita abbastanza elevato.


GAMEPLAY  
In Kula World vestiremo i panni di una "palla da spiaggia" attraverso una azzeccatissima e molto ben realizzata inquadratura in terza persona. Kula infatti in svedese significa proprio palla ed il nostro scopo sarà quello apparentemente semplice, quasi banale, di districarci all'interno di vari puzzle-stage (ben 200 in tutto) sospesi in aria e risolverli raccogliendo le varie chiavi al fine di rendere disponibile l'uscita e passare al livello successivo prima che scada il tempo.
Le chiavi, però, non saranno gli unici oggetti in cui ci imbatteremo. Essenziale sarà infatti raccogliere piu monete e frutti possibili al fine sia di raggiungere Bonus Stage, sia soprattutto di incrementare il nostro punteggio. Questo perche in Kula World è presente un sistema di Game Over molto originale. A comportare la fine del gioco non sarà infatti la caduta fuori dallo stage della nostra cara Kula o il suo scoppio dovuto alle varie spine acuinate e nemici disseminati nei livelli di gioco. Ognuno di questi eventi ci decurterà parte del punteggio accumulato e solo una volta arrivati a zero si avrà il Game Over.
Oltre a poterci muovere in tutte le direzioni avremo, però, anche un tasto adibito al salto per poter passare da una pedana all'altra spesso non collegata con il resto del livello. Non sarà raro infatti imbattersi in veri e propri "salti nel vuoto" al fine di raggiungere punti inaccessibili dello stage e poter raccogliere quell'ultima chiave utile ad aprire l'uscita e a sorpassare il livello. Proprio per evitare che i salti siano alla cieca è stata implementata un'ottima modalità di visuale soggettiva grazie alla quale saremo liberi di muovere la telecamera a nostro piacimento e ponderare bene le scelte da eseguire.



Detto così sembra tutto molto facile. La particolarità di Kula World è però insita nella gravità del tutto relativa. Se sarà infatti ovvio cadere e perdere punti saltando nel vuoto cio non accadrà rimanendo ben saldi al terreno. Arrivando infatti ad un vicolo cieco andando avanti non cadremo nel vuota ma gireremo intorno al suolo trovandoci a correre su quello che prima era il "tetto" ed ora il "pavimento". Il gioco si basa infatti su stage molto essenziali sviluppati con vari parallelepipedi sospesi nel vuoto a 4 facce tutte percorribili. Unica condizione per cambiare superficie è quella però di trovarsi al vertice di tali parallelepipedi. Questi sono punti chiave e strategici per districarsi nel livello e il primo scopo sarà quello di identificarli.
Se i primi stage saranno semplici e di rapida soluzione permettendo un apprendimento rapido dei semplici comandi e della "fisica" particolare del gioco, passando a quelli più avanzati le cose diventeranno davvero ardue e si dovrà iniziare ad utilizzare davvero molto la testa.


GRAFICA E SONORO
Dal punto di vista grafico, Kula World non si può dire certo che sia una pietra miliare videoludica e certo non si richiede ciò da un Puzzle-Game in cui gli aspetti cruciali sono ben altri. Essa, bisogna dirlo, è comunque buona e ben realizzata con imperfezioni trascurabili. Va sicuramente fatta
notare l'ottima realizzazione dei colori sempre molto accesi e vivaci e la scelta di creare ambienti di gioco differenti in modo da non rendere monotono il titolo (si passa infatti da stage assolati a stage ricoperti di fiamme a stage ghiacciati).
Passando al comparto sonoro, questo è particolarmente semplice e prevede la presenza di musiche in-game poco invasive (anche se talvolta non eccessivamente rilassanti) e con un volume molto basso riescendo così a lasciarci ragionare in tutta pace e a consegnare il ruolo da protagonista agli ottimi effetti sonori derivanti dalla palla che rotola e sbatte sui muri o quelli presenti durante la raccolta degli oggetti. Musichette molto semplici le troviamo, infine, anche all'avvio dei vari stage e nel menù iniziale che, nonostante la loro semplicità, riescono a rendere l'ambientazione della produzione molto carismatica.


RIGIOCABILITA' OGGI
Grazie al fatto di basare tutta la sua qualità e carisma sul gameplay e grazie al fatto di appartenere ad un genere, quello dei puzzle-game, che difficilmente risente dell'obsolescenza tecnica videoludica, Kula World risulta essere un titolo estremamente divertente e rigiocabile anche ai giorni nostri in cui la potenza grafica e le qualità visive sono dei presupposti base di ogni produzione.
Il comparto grafico, data la sua semplicità, non risente più di tanto del downgrade visivo dovuto al passaggio ad un tv HD ed il livello di sfida e divertimento rimane identico a quello provato oltre 10 anni fa.
Insomma, davvero un titolo da provare se non lo si è mai giocato o da rispolverare per chi lo aveva gia giocato nel lontano '98. Il consiglio, dato l'elevato prezzo di mercato e la rarità del titolo, è quello di acquistarlo su PSN all'onestissimo prezzo di 4,99€.


VALORE COLLEZIONISTICO E PREZZO
Kula World non rientra a mio avviso tra quelle pietre miliari che ogni appassionato dovrebbe avere nella propria collezione. E' comunque un titolo molto particolare, se non unico, con una personalità ed un carisma eccezionali le cui scarse vendite hanno reso parecchio difficile da reperire. Per questi motivi la cifra da scucire per procurarsene una copia, che ricordiamo si aggira sui 55/60€, è giustificata solo nel caso in cui siate degli appassionati della prima consolle Sony e solamente per dare quel tocco in più alla vostra collezione.













Kula World è un titolo unico con un carisma ed una personalità eccezionale. Se si riesce, d'altronde, a creare un ottimo puzzle-game scegliendo come protagonista una palla da spiaggia, allora vuol dire che dietro a quell'aspetto semplice, vivace e spensierato si nasconde un gameplay davvero solido.
Il titolo in questione è senza dubbio uno dei migliori e dei più originali puzzle-game degli ultimi 13 anni. Una grafica non eccessivamente curata, ma comunque più che buona, viene completamente compensata da un gameplay solido e divertente che nasconde dietro ad un'apparenza semplice, quasi banale, una profondità in grado di arrovellare il cervello come poche volte mi è capitato. Ma non è questo il compito di un Puzzle-game di successo ?




21 giugno 2011

RETRO RECENSIONE: The Flintstones Sorpresa Al Picco Del Dinosauro











Nella storia dei videogames ci sono pochi veri pezzi da collezione assoluti, per i quali ogni collezionista che si rispetti darebbe un occhio della testa.
Alcune di questi sono videogames stupendi, rivalutati solo dopo anni e anni meritandosi con grande ritardo la denominazione di "titolo cult" del genere (Tombi! per esempio), oppure ci sono titoli che hanno riscosso grande successo al momento della loro pubblicazione ma a causa delle poche copie disponibili erano già al Day one una chimera da procurarsi. E poi c'è "The Flintstones: Sorpresa Al Picco Del Dinosauro"
Questo è uno dei titoli più ricercati del mondo videoludico. Il gioco non è assolutamente niente di eccezionale, con una storia banale ed un gameplay divertente e vario ma non certo da pietra miliare. Ma allora perchè Flintstones SAPDD è venduto a non meno di 250€ se completo di manuale e case in cartone ?
Il segreto è presto svelato. Questo titolo non fu mai pubblicato in Giappone. Negli Stati Uniti invece uscì solo una versione affittabile presso Blockbuster. L'unica versione che risulta dunque essere stata venduta in versione Retail è quella Pal (compresa dunque quella italiana). Quello che dunque rende questo videogioco un vero e proprio pezzo da collezione è la sua rarità materiale. Davvero pochi sono stati i pezzi distribuiti e venduti rendendo la versione completa di cartone e di libretto estremamente, ma davvero estremamente raro, ponendo "The Flintstones: Sorpresa Al Picco Del Dinosauro" come il titolo più raro per Nintendo Nes preceduto solamente da "Stadium Event".


GAMEPLAY
The Flintstones: Sorpresa Al Picco Del Dinosauro si presenta come un classico platform a scorrimento 2D. Scopo del gioco sarà quello di soccorrere i piccoli Bam-Bam e Ciottolina che allontanatisi dai genitori per giocare alle falde di un vulcano, vengono improvvisamente separati dai loro papà da un fiume di lava. Per riuscirli a salvare Fred e Barney avranno bisogno del "passaggio" di un avaro Pterodattilo che in cambio del suo servizio richiede ben 5 gemme preziose. Partiremo dunque alla ricerca delle pietre affrontando vari livelli molto diversi tra loro, di cui alcuni davvero divertenti (il livello in cui Fred e Barney useranno il surf è davvero spassoso) ed azzeccati.

Flintstones si presenta come un classico platform con una giocabilità altissima ed una grafica semplice ma pulita

Due sono le cose che differenziano questo titolo dalla marea di videogiochi del medesimo genere. 
Per prima cosa tra un livello e l'altro avremo modo di muoverci all' interno di una mappa che, sebbene non consenta di scegliere realmente un percorso tranne che in rare occasioni per eventi facoltativi (una partita di Hockey ed una di Basket nel divertentissimo stile Flintstones con poveri animali a sostituire canestro, dischetti e porte), risulta comunque una scelta capace di spezzare quella monotonia a cui il genere platform spesso ci ha abituato.
In secondo luogo c'è la caratteristica forse più divertente ed azzaccata del gioco. In ogni momento dell' avventura con una semplice pressione del tasto Select potremo cambiare personaggio passando da Fred a Barney e viceversa senza alcun tipo di pausa. Non solo. Fred e Barney hanno caratteristiche molto diverse tra loro e ciò rende indispensabile capire in quali occasione usare uno e in quali l'altro. Fred per esempio, armato della sua clava, può fare danni molto alti e può arrampicarsi sulle sporgenze. Barney invece è armato della sua fionda con la quale può colpire i nemici da lontano ma provocando la metà dei danni rispetto a Fred e può arrampicarsi sulle pertiche e sulle corde che di tanto in tanto si incontrano. Ultima caratteristica che differenzia i due cavernicoli eroi è il peso. Fred pesa molto di più rispetto al suo biondo migliore amico e questa caratteristica se ben utilizzata ci darà modo di accedere ad aree segrete del gioco.

Alcune ottime idee riescono a regalarci livelli atipici ma divertentissimi che spezzano la monotonia di gioco

Il livello di sfida proposto dal gioco in questione è piuttosto basso, essendo facile da completare in breve tempo, ma risultando comunque molto appagante e mai frustrante (cosa a mio avviso sempre gradita). Questo è dovuto anche al generoso sistema di accumulo delle vite extra, che si guadagnano raccogliendo le stelle disseminate per i livelli e riempiendo ogni lettera della celebre frase "YABBA DABBA DOO". Un plauso va fatto, infine, alla realizzazione delle ambientazioni, sempre varie e graficamente pulite, che passano da livelli abbastanza lineari e classici per un platform a livelli meno lineari e molto più divertenti (le sfide sportive, il surf, il volo con lo pterodattilo) riuscendo così a rendere piuttosto varia l'esperienza di gioco che risulta in definitiva rilassante, divertente e sempre vivace.


GRAFICA E SONORO
Graficamente "Flintstones: Sorpresa al picco del dinosauro" risulta essere molto semplice ma pulito e colorato restituendo una freschezza che difficilmente si è riscontrato su Nintendo Nes. Và ricordato che questo è dovuto anche alla data di pubblicazione del titolo (ormai quando ci si preparava al passaggio alla nuova generazione di consolle). Le animazioni dei personaggi risultano essere azzeccate anche se semplici, così come quelle dei nemici (a dir la verità poco vari in numero) e dei Boss di fine livello.
Il comparto sonoro risulta essere molto buono con musichette in stile Nes davvero azzeccate che riescono ad immedesimare il giocatore e a migliorare la godibilità del titolo. Oltre al classico motivetto reso famoso dalla serie animata, vi sono svariate theme degne di nota come quella del Primo Livello, del Secondo Livello, del Livello sul Surf, dei Bonus Stage .....vi bastano ?
Ottimo lavoro dunque considerando che i motivetti orecchiabili sono una delle caratteristiche distintive dei migliori titoli per Nes.


RIGIOCABILITA' OGGI
Similmente a quanto si è visto per molti platform Nes (un esempio è SuperMario3), la rigiocabilità odierna di "Flintstones: Sorpresa al picco del dinosauro" risulta essere molto elevata. Il basso impegno richiesto, la grafica pulita e le musiche azzeccate rendono una partita in compagnia di Fred e Barney sempre divertente. Il consiglio di procurarselo per giocarlo (o ri-giocarlo per chi lo avesse già avuto ) è probabilmente una bestemmia visto il prezzo elevatissimo. Peccato perchè oltre che per il valore collezionistico ritengo questo gioco uno dei pochi per Nes che vale la pena rigiocare di tanto in tanto.


VALORE COLLEZIONISTICO E PREZZO
Per quanto riguarda il valore collezionistico di "Flintstones: Sorpresa al picco del dinosauro" questo risulta elevatissimo. Come già accennato è il secondo titolo più ricercato e raro per Nintendo Nes e dunque un vero e proprio Must Have per ogni collezionista di questa stupenda consolle. Ovviamente il prezzo risulta essere molto elevato e, se per una copia loose (ossia solo cartuccia senza manuale e scatola) il prezzo si aggira sui 100€, per ottenerne una copia completa dovete essere pronti a scucire una cifra che sia aggira tra i 350/500 € a seconda delle condizioni. Insomma un investimento per molti proibitivo, ma che sicuramente ogni appassionato non escluderebbe mai a priori.













Al di là del valore collezionistico, "Flintstones: Sorpresa Al Picco Del Dinosauro" risulta essere un più che buon platform in 2 dimensioni. Una grafica semplice, colorata e vivace, un comparto sonoro ben realizzato ed un gameplay un pò ripetitivo ma con delle buone idee che ne limitano la monotonia ( pensiamo ad i livelli particolari, la possibilità di scambiare Fred e Barney in qualsiasi momento e le diverse caratteristiche dei due personaggi) lo rendono un titolo divertente e spensierato che anche a distanza di anni risulta gradevole e spassoso. Certo non siamo di fronte ad una pietra miliare del genere videoludico, ma comunque ci troviamo davanti ad un gioc sopra la media del periodo.







Ecco a voi un regalo da parte di DojoGames per chi, come è ovvio che sia, non ha centinaia di euro da spendere per giocare questo buonissimo titolo ----> CLICCAMI
Buon divertimento !

19 giugno 2011

RECENSIONE: Super Street Fighter IV AE












Capcom, creatore della più famosa e apprezzata serie di picchiaduro della storia,  ci aveva già abituati alle ristampe e versioni aggiornate del suo titolo di punta. Accadde con Street Fighter II nei lontani anni '90 e accade oggi con Street Fighter IV. Grazie alle  indubbie qualità di grafica e gameplay e ad un livello tecnico abbastanza alto, Capcom è riuscita a rilanciare il genere del picchiaduro 2D riavvivando una scena offline (anche italiana) che negli ultimi tempi si era un pò addormentata. A seguito dell'enorme successo di critica e pubblico, Capcom dopo un anno decise di pubblicare Super Street Fighter IV col compito ben preciso di ribilanciare il cast, aggiungere nuovi personaggi e nuove modalità. L'acquisto era ovviamente obbligato per ogni appassionato del primo Street Fighter IV,  anche a causa del fatto che per Super Street Fighter IV (a differenza del suo predecessore) non uscì mai il cabinato (cosa che se dai noi è poco importante, per il mercato asiatico in cui le sale giochi sono stracolmente di persone, era un fatto che fece storcere qualche naso).
Per ovviare al fatto Capcom decise di lavorare ad una ulteriore versione del brand chiamata Super Street Fighter IV ArcadeEdition appositamente studiata per i cabinati.
Il 6 Giugno 2011 quella stessa versione è stata messa a disposizione anche al pubblico delle consolle casalinghe tramite DLC al prezzo di 14,99 € / 1200 MP decidendo inoltre di pubblicare anche una versione "retail" che verrà distribuita il 24 Giugno 2011 al prezzo di 40 € circa.

Comprare o non comprare: questo è il dilemma
Quello che molti si chiedono è se vale la pena spendere ulteriori soldi per un titolo che altro non è che un aggiornamento del vecchio capitolo. Per rispondere a questa domanda vediamo quali sono questi aggiornamenti.
In Street Fighter IV ArcadeEdition sono stati aggiunti 4 personaggi (con relativi video e storia) ed una modalità Replay che consente di seguire i giocatori online più forti rivedendo i loro incontri salvati.

Yun è diventato davvero il giocatore più sbilanciato di SSF4 AE

Analizziamo prima questi 4 personaggi per poi passare alla modalità Replay
Yun e Yang risultano essere in nuovi Top Tier del gioco grazie a DiveKick impressionanti, priorità delle mosse eccessivamente generose e combo abbastanza Safe e di facile esecuzione. Anche sua maestà Daigo Umehara ha optato, dopo aver vinto tornei su tornei, di passare al fratellino Yun abbandonando Ryu, e la cosa la dice davvero lunga.
Evil Ryu è il solito ibrido tra Ryu e Akuma già visto in passato con qualche nuova mossa (su tutte l' AxeKick) ma niente di più. Un personaggio studiato appositamente per essere offensivo e attaccare a testa bassa, poca stamina ma molto danno.
Oni è la vera novità visto che appare per la prima volta nella serie Capcom. Una sorta di Gouken migliorato, con alcune mosse davvero interessanti (su tutte il Demon Slash che colpisce anche in cross-up). Ancora tutto da studiare ma promette davvero bene.
La possibilità, infine, di seguire i replay dei migliori giocatori è una interessante novità che non può fare che piacere. Basta segnalare il giocatore da seguire e quando vogliamo possiamo rivedere i suoi replay nell'area apposita. Ottimo per migliorarci imparando dai migliori.

Poca roba insomma, ma questi sono solamente gli aspetti visibili del gioco, che francamente giustificherebbero poco la spesa del DLC. Quello che non si vede sono le modifiche eseguite a quasi tutti i personaggi del cast che ne hanno peggiorato o migliorato le caratteristiche e che risultano essere il vero cuore dell'aggiornamento. Per fare un esempio il PugnoMedio e lo YogaFlameEX di Dhalsim sono stati accelerati rendendo possibili combo nuove. Ma praticamente di questi cambiamenti SSF4 AE ne è pieno.
Se i giocatori più superficiali non noteranno neppure questi aggiustamenti, per chi è abituato a leggere le famose FrameList e che è interessato a partecipare a Ranbat e Tornei Offline sono proprio questi ad essere la parte più importante e dinteressante di SSF4 AE.
Inutile dire che per quest'ultima categoria di giocatori l'acquisto del DLC è praticamente obbligato considerando che è proprio la versione ArcadeEdition quella che da ora in poi si utilizzerà nella scena offline, per chi invece vede SSF4 come un semplice passatempo può optare per l'acquisto o meno senza perdersi nulla di che.














Ricordando che Super Street Fighter IV Arcade Edition è praticamente il miglior picchiaduro sul mercato con una giocabilità e profondità eccezionale ed una longevità praticamente infinita grazie al comparto online, in fin dei conti risulta essere l'ennesimo ricatto che Capcom ci propone. Un titolo che poco di nuovo apporta a quello gia visto nella versione precedente, ma che per gli appassionati del picchiaduro migliore degli ultimi 2 anni è praticamente obbligatorio comprare. Questo non tanto per le modifiche "visibili" ma più che altro per quelle "invisibili" che diventeranno uno standard utilizzato nei tornei offline. Per chiunque vede, invece, in Street Fighter un passatempo per giocare con fratelli e amici ricordando i vecchi tempi passati al bar a suon di 500 lire, l'acquisto di questo DLC può essere senza problemi evitato a causa delle marginali modifiche, continuando a divertirsi col "vecchio" Super Street Fighter IV.





17 giugno 2011

MUSICA e VIDEOGAMES












Come mai scrivere un intero articolo dedicato completamente alle Soundtrack del mondo videoludico?
Come mai perdere tempo ad analizzare e cercare di fare un discorso sensato riguardante un aspetto che nel 90% delle rensioni non viene nemmeno menzionato ?

La motivazione la si trova facilmente. Pensate ai primi videogames che vi è capitato di giocare e apprezzare. Non importa se siano stati dei capolavori o meno. Il modo più efficacie per tornare con la mente indietro a quei momenti non è rivedere la scena finale del nostro eroe o una scena di gameplay. Anzi, molto spesso si rimane delusi rigiocando o rivedendo un titolo a distanza di anni. Provate invece ad andare su YouTube e riascoltare la sua Theme principale. Come in una macchina del tempo, la mente torna veloce indietro di anni e anni facendovi tornare per una manciata di minuti bambino e riuscendo a riportarvi alla mente, non solo quel videogioco, ma quel determinato momento della vostra vita.

Artisti famosi come Rikki hanno iniziato
a collaborare col mondo dei videogames
Ecco perchè dedicare un articolo solo ed esclusivamente alle Soundtrack. Perchè la graficona passa, il gameplay innovativo diventa obsoleto, ma le musiche rimangono indelebili e, come il buon vino, più passano gli anni e più migliorano.

Ultimo dei miei pensieri è quello di mettermi a fare la classifica delle migliori Soundtrack o delle peggiori. Nonostante, infatti, ci siano oggettivamente dei lavori e degli autori che meriterebbero unanimemente dei riconoscimenti per la loro eccellenza qualitativa (qualcuno ha nominato Nobuo Uematsu ?), trovo lo stilare una classifica di questo tipo inutile e senza senso data la soggettività che nella maggior parte dei casi è presente.

Grazie alle sue caratteristiche, la presenza di buonissime soundtrack nel mondo dei videogames la possiamo riscontrare già dai primi titoli pubblicati anche se è con l'era delle Sale Giochi prima e del Nes poi che si iniziano ad ascoltare i primi motivi destinati ad entrare a pieno titolo nella storia videoludica. Certo, saranno state canzoncine create con pochi bit, ma per la prima volta il comparto sonoro, grazie anche alle basse prestazioni di quello grafico, divenne una delle leve di successo di un titolo. Gli esempi si sprecano e basta citare la trilogia di Super Mario bros per capire di cosa si sta parlando, ma ne potrei citare altri mille di casi.
Con il progredire della tecnologia e delle capacità di calcolo delle consolle, si riuscì ad evolvere quelle canzoncine a vere e proprie Soundtrack per la quale composizione le SoftwareHouse iniziarono a rivolgersi a professionisti del campo e a spendere cifre considerevoli. Già su Playstation 1 con titoli dello spessore di Final Fantasy VII e Final Fantasy VIII si iniziò a parlare di vere e proprie opere orchestrali degne dei migliori teatri al mondo. Non a caso vengono tutt'oggi tenuti concerti in onore delle opere del maestro Nobuo Uematsu riscuotendo un enorme successo.

Sono decine i concerti in onore alle ottime Soundtack della saga di Final Fantasy. Ah mi raccomando niente magliette da Fanboy. Lo smoking è d'obbligo, siamo comunque in un teatro !

Andando avanti con le generazioni di consolle il comparto sonoro si è sempre migliorato grazie anche al progressivo assottigliamento delle distanze che dividevano il mercato dei videogames da quello cinematografico. Molti titoli seguirono l'esempio di SquareSoft regalandoci soundtrack indimenticabili come quella di Metal Gear Solid 3: Snake Eater
In modo simile la stessa cosa è successa con il passaggio alla Next-Gen attuale, anche se ormai il balzo qualitativo era stato fatto e i miglioramenti da apportare poco significativi. Bisogna ammettere che però in questa generazione quasi ogni titolo ha una Sountrack degna di questo nome, segno che ormai le SH hanno capito che una buona colonna sonora riesce a far immedesimare e migliorare l'esperienza di gioco come pochi altri comparti (da quello grafico a quello multiplayer) riescono a fare. Theme come quelle di Mirror's Edge o Final Fantasy XIII o God Of War III fanno ben intendere quanto i videogiochi siano ormai una sorta di film interattivi in cui la colonna sonora ricopre un ruolo sempre più centrale.
Nonostante ciò gli unici che sembrano non accorgersi di questo è quel 90% di persone addette ai lavori che si ostina a scrivere a testa bassa una recensione senza fare il minimo accenno al comparto sonoro e soprattutto alla soundtrack, la quale a mio avviso si meriterebbe, a seconda del titolo trattato ovviamente, un capitoletto dedicato più o meno importante.

Ma che ci vogliamo fare. Queste menate da nostalgici sono solo per noi "vecchietti", per convincere il ragazzino di turno all'acquisto di un determinato titolo basta dirgli che ha una grafica da urlo super pompata (che per carità non è certo un difetto)....ma passeranno gli anni e anche quel ragazzino riascoltando quella musica di sottofondo snobbata anni addietro capirà in prima persona che la grafica passa, ma la colonna sonora resta.

15 giugno 2011

RETRO RECENSIONE: Oddworld Abe's Exoddus












Dopo l'enorme, e quasi inaspettato, successo di Abe's Oddysee, i ragazzi di Oddworld Inhabitants decisero di fare uno strappo alla regola e pubblicare un sequel che vedeva nuovamente il simpatico Abe come protagonista. Se infatti i piani erano quelli di realizzare 5 capitoli ognuno con un diverso protagonista ed una diversa storia che raccontasse un pezzettino del mondo di Oddworld, la richiesta dei fan fu talmente grande da costringere i creatori di uno dei migliori titoli degli ultimi anni (si parla del lontano 1997) a rimandare il secondo capitolo più in là. 
Oddworld: Abe's Exoddus (pubblicato in Europa nel 1998), infatti, come non tutti sanno, non è il secondo titolo di quella famosa pentalogia sognata dalla Software House Americana, ma è piuttosto un sequel, quasi uno spin-off, del suo pluripremiato predecessore. La sfida non era per nulla semplice. L'indiscussa qualità di Abe's Oddysee era una pesante eredità che gravava sulle spalle dei programmatori del nuovo Abe's Exoddus. Migliorare un titolo già quasi perfetto è sempre un'impresa non semplice e proporre un clone del predecessore è un tipico errore in cui molti team di sviluppo sono incappati in passato (un pò quello che successe con la serie Crash Bandicoot passando alla generazione Ps2).
Per quanta riguarda Abe's Exoddus quali sono stati i risultati? I programmatori sono riusciti a superarsi e a regalarci un capolavoro che riuscisse ad eclissare il suo illustre predecessore o ci troviamo di fronte ad un titolo mediocre che di eccellente ha solo il nome? Per conoscere questa risposta, ovviamente, basta continuare a leggere la recensione. 


TRAMA
La storia narrata in Abe's Exoddus riprende nell'esatto momento in cui si è conclusa quella di Abe's Oddysee. Il nostro vecchio amico Mudokon è appena tornato vincitore da un'impresa creduta impossibile, distruggere i Mattatoi Ernia e salvare 99 suoi compagni dalla sete di profitto dei terribili Glukkon. Nel bel mezzo dei festeggiamenti, nei quali Abe viene accolto come eroe, questi cade sbattendo fortemente la testa. In tale stato di incoscenza, Abe incontra tre spiriti Mudokon che implorano il suo aiuto. 
I Glukkon, infatti, dopo la chiusura dei Mattatoi Ernia non si sono arresi e, per qualche motivo, stanno
Ancora una volta vesiremo i panni di Abe !
depredando le ossa degli antenati dei Mudokon dal loro cimitero sacro chiamato Necrum. Abe conscio che contro i perfidi Glukkon aveva vinto solamente una battaglia e non la guerra, parte insieme ad altri compagni alla volta del Necrum. Qui dovrà affrontare varie sfide e superare i Paramiti e gli Scrub che da centinaia di anni sono a fare da guardia alle Tombe dei Saggi. Una volta incontrati i Saggi Antenati, Abe scoprirà che molti altri Mudokon sono ancora schiavizzati e torturati. Toccherà al nostro improbabile eroe, grazie all'aiuto dei nuovi poteri conquistati, liberarli e demolire nuovamente i loschi piani commerciali dei Glukkon.
Per evitare spoiler ho evitato di raccontare alcuni dettagli che si scopriranno durante la storia (alcuni praticamente subito, ma consiglio di giocarsi il titolo scoprendo mano a mano i fatti). Ora. Preferisco da subito dire che nonostante la qualità della trama, essa non riesce in termini di pathos a bissare il successo di quella raccontata nel primo capitolo della saga. Per carità la trama è molto bella e ben raccontata (ancora una volta ottimamente in rima dalla voce fuoricampo di Abe), ma ripercorre troppo quella già vissuta in Abe's Oddysee. Ancora una volta infatti bisognerà affrontare i Glukkon, liberare i propri compagni e abbatere una multinazionale cattiva (in questo caso il terribile stabilimento Tempesta d'Anime) . Se nel primo capitolo della saga il tutto era una novità e riuscì ad entusiasmare ed emozionare, in Abe's Exoddus il tutto ha l'aspetto di un grande deja-vù in cui i protagonisti e gli eventi sono gli stessi, e dove a cambiare sono solo le ambientazioni e l'alimento prodotto dal nuovo stabilimento.

L'arrivo allo stabilimento Tempesta d'Anime restituisce una sensazione di deja-vù considerevole. Certo che per Abe's Exoddus potevano impegnarsi ad inventare un plot leggermente diverso da quello di Abe's Oddysee

Certo si poteva fare di più cercando di innovare la trama e approfondire il mondo e le tradizioni dei Mudokon, ma evidentemente i ragazzi di Oddworld Inhabitants hanno voluto non rischiare regalandoci comunque una storia convincente ed appassionante che stona solamente a causa delle troppe similitudini con il precedente capitolo.


GAMEPLAY
Ciò che non si è fatto per la trama, il team di sviluppo lo ha fatto con il Gameplay. Lasciando le basi del titolo praticamente identiche a quelle già viste un anno addietro in Abe's Oddysee, in questo sequel le novità apportate sono state davvero molto interessanti. Adesso Abe potrà prendere il controllo di una gran varietà di nemici. Non più quindi solo le guardie Slig ma anche i Paramiti, gli Scrub (utilissimi per sorpassare detrerminati punti del gioco) e addirittura i Glukkon !
Ma le sorprese più gustose riguardano il comportamento dei Mudokon. Adesso potremmo interagire con più compagni contemporaneamente ed impartire più ordini grazie ad un vocabolario notevolmente ampliato che oltre ai classici "ciao" e "seguimi" adesso ci permette, per esempio, di chiedere scusa o chiedere di lavorare. Stupendo sarà vedere Abe seguito da 6 o 7 compagni in fila indiana procedere in punta di piedi per non svegliare lo Slig messo di guardia !

Certo che questo Slig ha proprio il sonno pesante !

Va aggiunto che un grande lavoro è stato fatto anche per creare una personalità propria ad ogni Mudokon che ci apprestiamo a salvare. Adesso non tutti ci seguiranno senza battere ciglio. Ci sarà il Mudokon depresso che prima di seguirci andrà tirato su di morale, ci sarà il Mudokon arrabbiato che se non calmato con le giuste parole non solo non ci seguirà, ma addirittura ci colpirà, ci sarà il Mudokon ubriaco, il Mudokan che non la smette di ridire perchè ha respirato troppo gas tossico (basteranno un paio di schiaffoni per farlo riprendere e una pacca sulle spalle come scusa per non farlo arrabbiare) ed il Mudokon cieco che non va mai perso di vista per non farlo cadere inconsapevolmente giù da un precipizio. Ogni situazione è gestibile grazie al nuovo vocabolario e alle nuove abilità che Abe è in grado di eseguire in maniera divertente e mai frustrante. Ma non solo i Mudokon parlano. E' stato ampliato anche il linguaggio degli Slig (con i quali versi dovremo aprire vari cancelli per proseguire) e inserito il linguaggio dei Glukkon dei quali una volta preso il controllo ci serviremo per impartire ordini ai nostri sottoposti. Come nel precedente capitolo, ogni parola corrisponde ad una pressioni combinata di più tasti che può risultare ostico tenere completamente a mente. Per aiutare il giocatore è stato inserito un promemoria all'interno della confezione con tutte le parole e le combinazioni da premere per ogni personaggio e nel menù è stata ampliata la modalità denominata "Parlato".
Ultima novità che faccio notare, ma che potevano fortemente evitare, è il "peto esplosivo" che Abe con la forza del pensiero può guidare e far esplodere....insomma divertente le prime volte ma troppo infantile a mio avviso.


GRAFICA E SONORO
Dunque, iniziamo anche in questo caso mettendo sotto la lente d'ingrandimento il comparto grafico per poi analizzare quello sonoro. 
Graficamente Oddworld Abe's Exoddus non si discosta molto dal suo predecessore. Ci troviamo dunque, per chi non avesse letto la recensione di Abe's Oddysee (di corsa a leggerla!), su ottimi livelli che hanno utilizzato quasi al limite le capacità della Playstation 1. La resa visiva dei filmati e del gioco in genere risulta leggerissimamente più pulita rispetto al predecessore, ma lo si nota solamente se ci si mette ad osservare di impegno e con attenzione. Ancora complimenti ad Oddworld Inhabitants per l'ottima realizzazione grafica che in Abe's Exoddus non fa altro che confermarsi.
Il comparto grafico si conferma come uno dei migliori visti su Psx . . . . . . ma Abe non aveva 4 dita ?

Passiamo ora al comparto audio. Come nel precedente capitolo, anche in Abe Exoddus la colonna sonora non è certo da inserire tra quelle migliori di sempre. Difficilmente i temi vi rimarrano in mente, ma comunque fanno abbastanza bene il loro lavoro. Quello che preoccupa è il netto downgrade qualitativo del doppiaggio e la scelta di cambiare l'attore che dà la voce al protagonista. Per carità il racconto in rima rimane sempre ottimo, ma le voci degli altri personaggi risultato talvolta fuori luogo e troppo sopra le righe o infantili. Abbiamo capito che una delle caratteristiche della saga è l'ironia, ma si può dare un limite a tutto. In definitiva il comparto sonoro ne esce peggiorato rispetto al suo predecessore cadendo in quel "senza infamia e senza lode" nel quale, solo grazie al doppiaggio, Abe's Oddysee era riuscito a non cadere.


RIGIOCABILITA' OGGI
Grazie alla sua semplicità di Gameplay, alla sua semplicità estetica (mai come in questo caso semplicità non è sinonimo di mediocrità...anzi!) e alla sua ottima realizzazione grafica, Oddworld Abe's Exoddus risulta essere estremamente rigiocabile anche oggi. Certo, come sempre è consigliato l'uso di un tv a tubo catodico per evitare che l'aspetto visivo perda di nitidezza, ma vi assicuro che vi divertirete e appassionerete senza sentire sulle spalle quella sensazione di stare a giocare con un titolo preistorico. Quindi chi se lo è perso può stare tranquillo di poter giocare ad un titolo ben sopra alla media anche dal punto di vista prettamente visivo riuscendo a rendere l'esperienza di gioco ancora divertente e gradevole.


VALORE COLLEZIONISTICO E PREZZO
Se siete fan di Abe's Oddysee questo capitolo non dovrebbe assolutamente mancare nella vostra collezione. Essendo una sorta di sequel del primo capitolo e quindi non un nuvo episodio della pentalogia di Oddworld, il suo valore in termini collezionistici, da questo punto di vista, è leggerissimamente inferiore (cose che poi è tutta da vedere visto che il progetto sognato da Oddworld Inhabitants non si realizzò mai). Sicuramente è anch'esso un ottimo titolo che ha segnato un pezzo di storia del genere platforming e della Sony Playstation però, a causa delle scarse innovazioni, presenti sì ma non epocali, si attesta sicuramente un gradino sotto al suo predecessore in termini di valore storico e collezionistico.
Per quanto riguarda il valore più materiale, il prezzo si attesta sui 20/25 € a seconda delle condizioni (ricordate i cartoncini all'interno della confezione?). Per esperienza l'ho trovato più semplice da reperire, anche se per trovarne una copia realmente completa (ricordo che il gioco è formato da 2 cd) che comprendesse anche quei cartoncini promemoria delle combinazioni dei tasti del parlato dei personaggi, è stato più faticoso.
Se, infine, ovviamente volete solo giocarlo potete benissimo prenderlo dal Psn store all'onestissimo prezzo di 4,99 €














Sono stato molto combattuto sulla scelta di promuovere o meno Oddworld: Abe's Exoddus. Insomma è un gioco eccezionale, divertente, graficamente ottimo e con una storia coinvolgente...però...però è dannatamente troppo simile al predecessore. I cambiamenti ci sono, ma danno l'idea di giocare comunque ad una ristampa del primo episodio con qualche modifica qui e lì. Dopo il primo capitolo ci si aspettava un sequel stupendo e la delusione un pò mi ha colto sentendomi leggermente preso in giro soprattutto da una trama praticamente identica a Abe's Oddysee.
Alla fine, però, ho ovviamente optato per promuovere questo stupendo titolo (ma cosa diavolo mi era saltato in mente?) sul quale purtroppo graverà sempre l'enorme peso del suo illustre predecessore. In defintiva Abe's Exoddus ha tutte le carte in regola per essere uno dei migliori titoli pubblicati su Psx e sicuramente da me consigliato anche se, a causa delle poche, seppur ottime, novità inserite, risulta avere molta meno personalità e pathos rispetto alla prima, indimenticabile, avventura del più imbranato eroe Mudokon che si ricordi.

13 giugno 2011

RETRO RECENSIONE: Oddworld Abe's Oddysee











Nel 1994 due veterani della computer grafica, tali Sherry McKenna e Lorne Lanning, crearono un Team di sviluppo dal nome Oddworld Inhabitants con lo scopo di realizzare una pentalogia basata su un pianeta immaginario di nome Oddworld. Ogni episodio avrebbe avuto un protagonista diverso e avrebbe descritto una parte di questo incredibile mondo. Purtroppo, nonostante il grande successo riscosso dal primo e dal secondo episodio usciti per Playstation1 rispettivamente nel 1997 e nel 1998, il progetto naufragò clamorosamente. Per molti questo accadde a causa della scelta della Oddworld Inhabitants di passare alla neonata concorrente Microsoft che causò un crollo verticale di vendite dei successivi 2 episodi (Munch Oddysee e Oddworld Stranger's Wrath) e la chiusura della SoftwareHouse. Un vero peccato visto che i lavori fatti per PlayStation1 furono delle vere e proprie pietre miliari videoludiche che, ancora oggi, sono considerati tra i migliori titoli mai usciti.


TRAMA
La trama è sicuramente uno dei fattori di forza del titolo. Grazie alla sua semplicità e allo stesso tempo alla sua profondità, riesce a entrare a pieno titolo tra le migliori storie raccontate su PlayStation1.
Nel primo capitolo della saga, “Oddworld: Abe’s Oddysee”, ripercorreremo l’odissea di Abe, fragile e imbranato Mudokon, che è riuscito a divenire da semplice addetto alle pulizie di una fabbrica di snack, i Mattatoi Ernia, ad eroe e liberatore del proprio popolo.
I Mudokon infatti sono una razza trattata alla stregua di schiavi all’interno delle fabbriche gestite dai potenti Glukkon, una sorta di imprenditori senza scrupoli, di cui i Mattatoi Ernia sono i più grandi ed importanti. Gli snack prodotti sono a base di Paramiti (pasticcio di paramita) e Scrub (torta di scub), creature selvagge che abbondano su Oddworld. Questi snack sono molto apprezzati anche dallo stesso Abe e riscuotono un discreto successo. I problemi sorgono quando, a causa della indiscriminata caccia, queste creature iniziano pian piano ad estinguersi. Per evitare un crollo dei profitti i Glukkon, decidono di prendere una decisione scioccante: produrranno un nuovo incredibile snack a base di … Mudokon!
Casualmente Abe, durante un turno di notte, viene a conoscenza del terribile piano. Subito scoperto è però costretto a scappare dalla fabbrica cercando di liberare ed aiutare più Mudokon possibili.



Come già accennato la storia è semplice, ma non banale. I personaggi vengono ben approfonditi, non tanto singolarmente ma piuttosto in termini di razza distinguendo i Mudokon, semplici ed innocui esseri, dai Glukkon, esseri senza scrupoli pronti a tutto per raggiungere il profitto. La storia raccontata  risulta moderna e piena di pathos parlando di rivoluzione degli schiavi nei confronti dei potenti. Ma le rivoluzioni hanno bisogno di un leader forte e carismatico. Abe sembrerebbe l’ultimo dei personaggi immaginabili ad avere queste caratteristiche, ed eppure sarà lui il prescelto che, attraverso una serie di eventi, si trasformerà in una sorta di Messia in grado di dar vita al cambiamento, non solo per la propria specie, ma per tutta la società.
Va inoltre elogiato il modo in cui la storia viene narrata. E’ lo stesso Abe che, rinchiuso in una cella, racconta di come sia passato dall’essere uno spensierato addetto alle pulizie ad un condannato a morte. La narrazione è ricca di intensità e carisma riuscendo ottimamente a prendere spunto dalle opere epiche greche raccontando in versi i fatti avvenuti, il tutto con un doppiaggio in Italiano che merita un 10 in pagella senza se e senza ma. Davvero un lavoro grandioso ed evocativo che riesce a far immergere il giocatore nel mondo di Abe e a creare una empatia profonda con il protagonista che risulta un perfetto anti-eroe.

Peccato gli snack di Meech non saranno più in vendita. In compenso possiamo goderci degli ottimi pasticci di Paramite e una ottima torta di Scrub...ehi è in arrivo un nuovo snack !!!
.
Ultima caratteristica che merita uno spazio è il doppio finale. A seconda di come ci comporteremo avremo un finale diverso. Uno buono e uno cattivo. Tutto dipenderà da quanti Mudokon riusciremo a salvare (se salveremo più di 50 Mudokon potremo goderci il finale buono, al contrario dovremo assistere a quello cattivo). Interessante, anche se il vero finale risulta essere solo quello buono, lasciando a quello cattivo una sensazione poco diversa da un semplice GameOver (forse potevano realizzarlo meglio). Da annotare, infine, la frustrazione di dover ricominciare da capo il gioco, nel caso in cui salveremo meno di 50 Mudokon, per vedere il filmato buono. Questa sensazione deriva proprio dal fatto che il Bad Ending restituisce più la sensazione di un Game Over che non di un vero finale. Forse una ripartenza da metà del gioco sarebbe stata più azzeccata e meno frustrante.


GAMEPLAY
Oddworld: Abe Oddysee è un platform 2D in stile Puzzle-Solving a schermate fisse di cui il mondo videoludico è pieno (si pensi all’ottimo Heart Of Darkness per esempio), ma ciò che rende il titolo unico sono alcune caratteristiche completamente innovative che gli permettono di emergere da questo gran numero di concorrenti. Tra queste il sistema di dialogo che il protagonista può utilizzare è forse il più
interessante. Grazie a varie combinazioni di tasti Abe potrà interagire con i propri simili salutandoli, invitandoli ad aspettare o a seguirlo con lo scopo di salvarne il più possibile (che poi è lo scopo principale del gioco) accompagnandoli sino ad una sorta di portale che ritroveremo in più punti dei vari livelli. A complicare la nostra fuga, però, ci saranno vari nemici tra cui le guardie dei mattatoi  (gli Slug), alcune creature selvatiche come gli Scrub e i Paramiti (creature che sono quanto Abe vittime della folle ricerca di profitti dei Glukkon) ed, ultimo ma non ultimo, il fatto che Abe sia un imbranato Mudokon incapace di utilizzare armi. Ma ecco la seconda caratteristica che rende Abe Oddysee un titolo dal Gameplay estremamente divertente. I Mudokon hanno il potere di cantare. E cosa c’è di strano? Bhe, grazie a questo canto Abe potrà prendere possesso dei propri nemici. Basterà quindi impossessarsi di uno Slug armato sino ai denti e fare piazza pulita dei nemici per poi fare suicidare il nostro caro “amico”.
Ovviamente i Glukkon conoscono questa caratteristica e hanno disseminato la fabbrica di macchine che evitano ad Abe di cantare rendendo le cose più complicate. Sarà quindi essenziale spremere le meningi per trovare il modo di oltrepassare una zona particolarmente sorvegliata e portare in salvo i nostri amici Mudokon (oltre che ovviamente il povero Abe).

Insomma il gameplay risulta gratificante e mai ripetitivo riuscendo a creare un titolo platforming molto diverso dai classici del genere.





GRAFICA E SONORO
Iniziamo con il comparto grafico vero fiore all’occhiello del titolo. L’impatto visivo è davvero sensazionale. Ai tempi in cui Abe Oddysee fu pubblicato, la critica rimase a bocca aperta per il livello raggiunto. Filmati curatissimi, fluidi, pieni di dettagli e con scelte registiche degne di Hollywood hanno reso Abe Oddysee, dal punto di vista visivo e non solo, uno dei migliori titoli visti sulla prima consolle Sony. Ai filmati in computer grafica si affianca una grafica in game molto gratificante con fondali ottimamente realizzati (specialmente quelli relativi alle zone selvatiche e outdoor) e animazioni sempre azzeccate e ben al di sopra della media. Insomma uno spettacolo per gli occhi che ancor oggi riesce a gratificare l’esperienza di gioco.

I filmati ai tempi della psx erano da lasciare a bocca aperta. Oggi mantengono ancora un certo fascino

Passando al lato del sonoro, questo risulta abbastanza nella media. Suoni di sottofondo discreti e musiche non particolarmente ispirate. Se proprio vogliamo fare un appunto, la scelta delle musiche di apertura del gioco e del menù iniziale risultano, a mio avviso, sbagliate. Nemmeno è iniziato il gioco che già si sente una sorta di ansia non giustificata (insomma non è mica un Resident Evil) che poteva essere evitata.
Altro discorso va fatto per il doppiaggio in Italiano. Eccelso in tutto e per tutto. Uno dei migliori mai realizzati (e parlo anche di ps3) che da solo riesce ad alzare il voto del comparto di 1 punto riuscendolo a far emergere da quella mediocrità del classico “senza infamia e senza lode” al quale sarebbe stato destinato.


RIGIOCABILITA’ OGGI
Rigiocare Oddworld: Abe Oddysee anni dopo la sua pubblicazione riesce pienamente a restituire quel divertimento provato durante la prima partita. La storia rimane sempre eccezionale grazie al carisma di Abe e all’epicità della narrazione. La grafica rimane anche oggi molto appagante (certo niente in confronto ai titoli next-gen) soprattutto se giocato su classici monitor a tubo catodico. Purtroppo una volta finito difficilmente lo ricomincerete subito, ma dopo qualche tempo (si parla di mesi ovviamente) sicuramente sarete pronti a rinserire il disco nella vostra Psx.
Attualmente Oddworld: Abe Oddysee è disponibile sul Playstation Store a 5€ circa. Acquisto praticamente obbligato per chi non avesse una versione originale o se lo fosse perso, anche se ammetto che il risultato grafico su moderni Tv al plasma o Lcd è nettamente inferiore a quello restituito sui classici tv a tubo catodico (è così per qualsiasi gioco non HD….retrogames e tv moderni non vanno d’accordo!)


VALORE COLLEZIONISTICO E PREZZO
Oddworld:Abe Oddysee è sicuramente una di quelle pietre miliari per Psx che non può mancare nella collezione di un appassionato e fan della prima consolle targata Sony. Un gioco che ha sicuramente dato la scossa e rinnovato il genere platform riuscendo a divenirne uno dei migliori esponenti. Onestamente parlando non risulta particolarmente difficile da reperire, ma il prezzo si attesta comunque sui 25/ 30 €. Il consiglio è quello di cercarlo con calma che di tanto in tanto, grazie alle elevate quantità vendute, si riesce a trovarlo a prezzi leggermente inferiori, ma attenzione perché come sempre accade più passa il tempo e più le copie scarseggiano…e di tempo dal lontano 1997 ne è passato parecchio.




Oddworld: Abe's Oddysee grazie ad una trama eccezionale, semplice ma mai banale, ad un protagonista estremamente simpatico e carismatico e ad un comparto grafico spettacolare è entrato a testa alta e con tutti gli onori nell'olimpo delle pietre miliari videoludiche. Capace di rinnovare un genere diventato ripetitivo, i ragazzi di Oddworld Inhabitants sono riusciti a regalarci un titolo dai molti pregi e dai pochi (davvero pochissimi difetti). Tra questi ultimi ricade sicuramente il comparto sonoro che, se non fosse stato per l'eccezionale livello del doppiaggio in italiano, avrebbe appena appena ottenuto la sufficienza. Poca roba comunque se considerata l'eccellenza di primo piano di tutto il resto. E' stato davvero un peccato non aver potuto godere della pentalogia completa dopo un titolo del genere, ma evidentemente l'eredità lasciata da Abe's Oddysee era troppo pesante da gestire. In definitiva Oddword: Abe's Oddysee è un gioco assolutamente consigliatissimo a tutti ricordando che è disponibile da tempo ad un prezzo irrisorio su PSN Store, quindi niente scuse ragazzi, compratelo, giocatevelo e non ve ne pentirete.


10 giugno 2011

SCUSATE IL PERIODO DI POCHE NOVITA'

Mi scuso per il periodo in cui il Blog è stato poco aggiornato. Causa altri impegni ho potuto seguirlo poco e la stessa cosa è successa per gli altri recensori.

Non preoccupatevi.
Sono già pronte nuove recensioni molto succulente che sicuramente non potrete perdervi.

Veniteci a trovare numerosi e ricordate che cerchiamo sempre nuovi recensori e collaboratori (in questo periodo specialmente per Next-Gen quindi PS3 e Xbox360). Non esitate a contattarci all'indirizo e-mail scritto a lato.

Redazione
DojoGames